Vi Prego non perdete il Gusto del Sapere!

Sono stati girati numerosi film e documentari a riguardo, se poi associamo anche i racconti dei nostri Nonni e Genitori allora possiamo dire che fin dai tempi più antichi il Sapere veniva riconosciuto come una sorta di sfida tra i Popoli. Un vero Senso di Orgoglio, un puro Desiderio di arricchirsi di Conoscenza che Interessava e Stimolava l’intero Mondo. Ogni singola Civiltà dell’Epoca, ha tramandato testimonianze di Superlativa Importanza, di cui ancora oggi ne godiamo i Frutti. Intere Popolazioni che assetate da un desiderio di conquista, rischiavano la vita per scoprire e naturalmente beneficiare delle ricchezze di nuove Terre portando loro in cambio i propri usi e costumi e trasmettendo loro Cultura. In pratica, come dice un famoso proverbio, non è mai esistito qualcuno che abbia fatto qualcosa in cambio di nulla….. ma almeno in queste occasioni non tutto è andato perduto. È il caso di ricordare le spedizioni di Marco Polo prima, ed a seguire Cristoforo Colombo, Vasco da Gama e Magellano che pur sbagliando dei calcoli hanno reso civili popoli che ancora vivevano allo stato Brado.
Marco Polo, Mercante Veneziano, ha arricchito​ la nostra civiltà di nuova conoscenza, sia di prodotto che di cultura, partito nel 1271 in compagnia del padre e dello zio allo scopo di commercializzare con nuovi popoli, viaggia a lungo in Asia, percorrendo la Via della Seta e attraversando l’intero Continente Asiatico fino a raggiungere la Cina (Catai). Le cronache del suo viaggio e della permanenza in Estremo Oriente furono trascritte in Francese Antico da Rustichello da Pisa durante la sua prigionia a Genova, in una raccolta ad oggi conosciuta con il nome ” Il Milione”. Proprio da queste testimonianze Cristoforo Colombo viene ispirato per nuovi viaggi. Basandosi sulle carte geografiche del fratello (residente in Spagna), sui racconti dei marinai e sui reperti (canne, legni e altro) trovati al largo delle coste delle isole del “Mare Oceano” (l’Atlantico), Colombo cominciò a convincersi che al di là delle Azzorre dovesse esserci una terra e che questa non potesse essere altro che l’Asia. Iniziò quindi a cercare i fondi necessari per intraprendere la spedizione. Dopo diversi, vani, tentativi tentò con i re di Castiglia e Aragona, i quali, dopo alcune discussioni e soprattutto grazie all’appoggio della regina di Castiglia Isabella, accettarono di finanziare l’impresa e di concedergli dei privilegi in caso di buona riuscita della stessa. Furono così allestiti tre velieri di norma definiti Caravelle di cui due – la Santa Maria e la Pinta – dotati di alberi a vele quadre e uno – la Niña – dotato di vela latina. La partenza avvenne alle sei del mattino del 3 agosto 1492 da Palos de la Frontera, con rotta verso le Isole Canarie per sfruttare meglio i venti Alisei. Dopo diversi imprevisti e guasti delle tre caravelle, Fu solo alle due di notte di venerdì 12 ottobre 1492 che Rodrigo de Triana, a bordo della Pinta, distinse finalmente la costa. La mattina del 12 ottobre le caravelle riuscirono a trovare un varco nella barriera corallina e gli equipaggi riuscirono a sbarcare su un’isola chiamata, nella lingua locale, Guanahani, che Colombo battezzò con il nome di: Isola di San Salvador; l’identità moderna di questa isola corrisponde, presumibilmente, con quella di un’isola delle Bahamas. Gli Spagnoli furono accolti con grande cortesia e condiscendenza dai Taino, la tribù abitante dell’isola. Colombo stesso, nella sua relazione, sottolinea più volte la gentilezza e lo spirito pacifico dei suoi ospiti. Colombo prosegui il viaggio convinto di aver raggiunto il Continente Asiatico spostandosi ripetutamente per le diverse isole vicine..La sera del 27 ottobre  le caravelle arrivarono alla fonda della baia di Bariay, a Cuba, nell’attuale provincia di Holguín. Nel diario di bordo di domenica 28 ottobre troviamo scritto: “Es la isla mas hermosa que ojos humanos hayan visto” (“È l’isola più bella che occhio umano abbia mai visto”). Tuttavia, data la mancanza di oro e la condizione primitiva degli indigeni, l’ammiraglio pensò di essere arrivato soltanto in un remoto avamposto della grande civiltà asiatica descritta da Marco Polo..Sempre convinto di trovarsi in Asia, Colombo confuse la parola indigena Cibao col ricchissimo Cipango, ovvero il Giappone, alla ricerca del quale si mise subito in viaggio superando Capo d’Haiti. Verso la mezzanotte del 25 dicembre, a poca distanza dalla costa, la Santa Maria andò in secco di prua arenandosi sopra un banco corallino. Si decise cosi di abbandonare la Santa Maria e con le altre due Caravelle provate e danneggiate di gran lunga intraprendere il viaggio di ritorno..L’Ammiraglio, dovette anche abbandonare parte della ciurma (39 persone in tutto)con la promessa che sarebbe tornato a riprenderli durante il secondo viaggio transoceanico. Fece quindi costruire un forte – La Navidad – a poca distanza dal luogo dell’incidente. Colombo riparte e porta con sé un po’ di oro, tabacco e alcuni pappagalli da offrire ai sovrani quali segni tangibili delle potenzialità delle “isole dell’India oltre il Gange”. Condusse anche dieci indiani Taino a testimonianza. Furono giorni di festa nelle città di Siviglia, Cordova e Barcellona, dove l’Ammiraglio giunse il 20 aprile accolto dai sovrani con Onori Trionfali. 
A questo primo viaggio ne seguirono altri tre – sempre per le Americhe – di minore fortuna, che lo portarono alla rovina e al discredito presso la corte di Castiglia.
Diversamente da Lui, Vasco da Gama scelse altre vie per raggiungere l’India.
Don Vasco da Gama, spesso erroneamente citato nella forma spagnola «de Gama», è stato un esploratore portoghese, primo europeo a navigare direttamente fino in India doppiando Capo di Buona Speranza. il profilo della sua missione andava mutando nella ricerca dell’agognata Rotta delle spezie, un passaggio per l’India intorno alla punta meridionale dell’Africa. Un successo di questo progetto avrebbe permesso di fare a meno dell’intermediazione di commercianti arabi, persiani, turchi e veneziani, che gravava sul prezzo delle spezie orientali come il pepe, la noce moscata e i chiodi di garofano.
Lasciò Lisbona l’8 luglio 1497 sulla sua ammiraglia, la Nave São Gabriel (120 t), Fu il primo capitano nella storia a scegliere di distaccarsi nettamente dalla costa per poter sfruttare venti migliori, utilizzando la tecnica della volta “Do Mar” messa a punto dai navigatori Portoghesi. Si inoltrò nell’Atlantico occidentale, tra l’altro senza trovare le zone più adatte alla navigazione a vela. Accompagnato da Bartolomeo Diaz fino al Capo di Buona Speranza, per poi proseguire da solo, che riuscì a Doppiare a Novembre. A Natale passò come primo Europeo le Coste del Natal, da lui così chiamate. Il 7 aprile 1498 raggiunse Mombasa, dove i commercianti arabi tentarono di sabotare il suo viaggio. Da lì Gama riuscì ad arrivare a Malindi, allora in feroce concorrenza con Mombasa. Il sultano di Malindi però accolse i nemici dei suoi nemici a braccia aperte e gli mise a disposizione un famosissimo esperto navigatore – lo Yemenita Ahmad b. Majid al-Najdi – che lo aiutò con grande perizia per condurlo senza problemi fino all’attuale stato del Kerala, in India. 
Il 20 maggio 1498 sbarcò a Calicut, nel Malabar, sulla costa sud-occidentale del subcontinente indiano. Per la prima volta una nave europea era approdata in India.
Seguirono difficili negoziati col Principe locale, continuamente avversati dai mercanti arabi residenti, per arrivare alla conclusione di un trattato commerciale. Dopo mesi di sforzi diplomatici da Gama ottenne una concessione e ripartì l’8 ottobre, lasciandosi dietro alcuni dei suoi uomini con l’incarico di stabilire un insediamento commerciale.
Al suo ritorno a Lisbona, il 9 settembre 1499, venne accolto trionfalmente come l’uomo che aveva portato a compimento un progetto iniziato ottant’anni prima, e gli fu assegnato il titolo di “Ammiraglio dell’Oceano Indiano”.

Magellano invece, Esploratore e Navigatore Portoghese, intraprese, pur senza portarla a termine perché ucciso nelle odierne Filippine nel 1521, quella che sarebbe diventata la prima circumnavigazione del globo al servizio della corona spagnola di Carlo V di Spagna. Fu infatti il primo a raggiungere, partendo dall’Europa verso ovest, le Indie e – attraverso il passaggio a ovest da lui scoperto e successivamente chiamato Stretto di Magellano – il primo europeo a navigare nell’oceano Pacifico.
La flotta di cinque navi e 237 uomini salpò il 20 settembre 1519 da Sanlúcar de Barrameda in Spagna dopo avere disceso il fiume Guadalquivir da Siviglia da cui era partita il 10 agosto, giorno di San Lorenzo. Il 28 novembre 1520, rimasto con tre sole navi dopo il naufragio di una e la diserzione dell’equipaggio della seconda, attraversò lo stretto, che da lui prese il nome, nell’attuale Cile e si inoltrò in un grande oceano sconosciuto agli occidentali che, per l’assenza delle tempeste che caratterizzavano invece l’Atlantico, Magellano battezzò Pacifico. Nel marzo del 1521 raggiunse le Isole Marianne e poi le Filippine, chiamate Isole di San Lazzaro, dove morì per mano degli indigeni.
Dopo la morte di Magellano e un maldestro tentativo di riscattarne il corpo che non ebbe però successo, quello che rimaneva della flotta che aveva intrapreso una così lunga esplorazione nei mari di tutto il globo lasciò Mactan e Cebu e fece rotta verso la Spagna: il viaggio si concluse il 6 settembre 1522, quando la Victoria, sola nave superstite, al comando di Juan Sebastián Elcano, rientrò al porto di partenza dopo aver completato la prima circumnavigazione del globo in 2 anni, 11 mesi e 17 giorni. A bordo della piccola nave che ormai imbarcava acqua e aveva una velatura di fortuna, dei 237 partiti vi erano soltanto 18 uomini malmessi, ammalati e denutriti, misti tra marinai e soldati. 
La storia del suo viaggio è pervenuta tramite gli appunti di un suo uomo d’arme, il Vicentino Antonio Pigafetta, che si adoperò per il resto della sua vita a mantenere viva la memoria di Magellano e della sua impresa storica.

Questa è perciò la testimonianza che non sempre la conquista o la scoperta di nuove Terre arreca solo saccheggi o sventure ai popoli occupanti.
Proprio grazie all’insieme di queste scoperte, allo scambio di culture, usanze e materiali, oggi possiamo vantare innumerevoli opere d’arte che forse non saremmo neanche più capaci di realizzarle.
Perché dico questo?
Beh, sicuramente con tutte le tecnologie e le attrezzature esistenti oggi l’uomo è altamente all’altezza di realizzare grandi opere, forse anche mai viste prima, ma il più delle volte l’esasperata sete di potere, la furbizia e la disonestà dell’attuale Essere Umano non sempre ci assicura il rendimento delle stesse. Basti pensare anche solo alla scarsa manutenzione impiegata per il loro mantenimento. Grandi Aziende appaltatrici, che per trarre maggior profitto in tempi immediati limano all’osso costi e servizi rimandando al prossimo semestre anche gli interventi più importanti. Spesso però il solo mantenimento non basta ed il più delle volte tali infrastrutture andrebbero addirittura riadattate al nuovo traffico di lavoro.
A questo punto, Un Pensiero di Stima, Spontaneo e Leale, va a Tutti coloro che hanno progettato e costruito tutte quelle opere del nostro passato. Mastodontici Monumenti frutto della sola forza delle braccia umane che esistono e resistono ancora oggi dopo tutti i secoli trascorsi ed i numerosi bombardamenti dei periodi di guerra.
Ma come mai oggi affrontiamo questo discorso?
Basta accendere la TV e l’unica, spontanea e vera risposta è già lì!
Proprio pochi giorni fa abbiamo ricordato le 43 Vittime della tragico crollo del famoso Ponte Morandi a Genova. Intere famiglie precipitate nel vuoto a causa di una superficiale e scarsa manutenzione di un opera realizzata ormai più 55 anni fa e forse mai adeguata, in termini di sicurezza, all’attuale traffico Moderno. Si perché ormai si parla solo ed esclusivamente di Modernità, tutti acquistano Auto ed Automezzi sempre più Potenti, si viaggia ormai solo con Suv o in giganti Monovolume, Enormi Camion Bilico che se non fosse per una legge troppo proibizionista sarebbero anche lunghi il doppio. Unico obiettivo, andare solo sempre Avanti per produrre altra Ricchezza!… si dice,… la stessa Ricchezza che poi ci permetterà di acquistare un altra Auto ancora più Grande e Potente in Futuro.
Ma torniamo un attimo al Ponte.
Veniva realizzato, tra il 1963 ed il 1967 e successivamente inaugurato il 4 Settembre dello stesso anno, dal famoso Ingegnere Riccardo Morandi.
Lo Stesso conseguì nel 1927, all’Università La Sapienza di Roma, la Laurea in Ingegneria, suo impegno principale fu studiare delle strutture di Calcestruzzo Armato Precompresso cercando di mettere a punto un sistema originale italiano di Precompressione. Nel 1948 ottenne il primo brevetto sul sistema di Precompressione denominato Morandi M5. Da quel momento realizzò varie opere in calcestruzzo armato precompresso (Ponti, Costruzioni Industriali, Centrali Termoelettriche, ) tra le più famose realizzazioni ricordiamo il Ponte Amerigo Vespucci a Firenze ed il Viadotto Polcevera dell’Autostrada A10 Genova-Ventimiglia, Lo Stesso di cui parliamo oggi e ne ricordiamo il Parziale Crollo del 14 Agosto 2018.
Progettato e Costruito in un periodo dove le auto erano pochissime, dove solo i più ricchi possedevano una mini e leggera cinquecento e dove il traffico commerciale aveva appena abbandonato il tradizionale carro trainato dai buoi per sostituirlo con i primi piccoli Autocarri. Un ponte alto 90 metri e lungo 1182(metri) realizzato per carichi e sollecitazioni decisamente molto più basse ed a ieri mai adeguato al traffico degli enormi Suv e dei pesantissimi bilici del nostro tempo.
Superficialità, Negligenza, Mancanza Fondi ma io direi soprattutto di Preparazione dato che non si sono sapute adattare le numerose nuove tecnologie ad una struttura già esistente. Manifestazioni e cortei per vietare la realizzazione di una via alternativa, più moderna ed adeguata, che avrebbe contribuito a dividere i carichi di lavoro…(Roviniamo il Paesaggio, ….. Gridavano!), numerose Squadre di Poliziotti chiamati a vigilare, Inutili Cortei, per garantire l’Ordine Pubblico. Uno Stato che non Approva, non Controlla o fa finta di non Vedere per non accollarsi nuove spese. Unica ed ormai vecchia scusa……” l’Europa ci Terrorizza con l’Aumento dello Spread e della Spesa Pubblica”.
…….Eh Allora! …..
Questo si che mi sembra un motivo valido per rimandare al Prossimo Governo!…. Tanto Voi, come al solito, rimarrete in carica Ancora solo pochi mesi prima di cadere.
CADERE…. si perché ormai in Italia non siamo più sicuri di cosa realmente riesce a Rimanere in Piedi!
E pensare che altri paesi meno istruiti del Nostro hanno lo stesso Governo da oltre 40 anni! …O almeno cosi sembra. Eppure noi siamo uno dei paesi che spende di più per l’Istruzione!
A questo punto mi viene da pensare….
Spendiamo realmente cosi tanto per Istruire i Nostri Ragazzi o ci limitiamo solo a pagare Fior di Euro i libri di testo? Gli stessi che per giunta, il più delle volte neanche verranno mai aperti dai nostri figli perché troppo impegnati a giocare ai videogames o col cellulare. Questo è frutto delle poche attenzioni che noi genitori dedichiamo loro.
Il mancato controllo ne è sicuramente la causa principale!
Ragazzi Passivi, senza alcun Stimolo, Frustrati da una Società basata solo sull’Apparire. Selfie, Social ed assurde liberalizzazioni che arricchiscono sempre più l’enorme Gamma di Vizi che ormai ci Assalgono.
Mamma…. Dammi Tregua! ….E Mollami! …Lasciami Vivere!
Praticamente, il contrario dell’Enorme Sete di Sapere e di Voler Sperimentare che avevano i nostri Avi.
Grandi scoperte, terre sconosciute, scritti e romanzi che si tramandano nel tempo, leggende e storielle fantastiche che però riportano e descrivono le paure e le credenze dei tempi.
Meravigliosi poeti, che con il loro difficile prosare riuscivano a trasmettere le vere sensazioni delle loro passioni.
Un difficile prosare dovuto naturalmente dall’imperfezione della lingua del tempo. La quale solo col passare degli anni si è andata affinando, per diventare sempre più comprensiva e scorrevole.
Dei versetti, spiegati passo passo come se qualcuno stesse intervistando l’autore il quale poi con parole semplici ci spiega il vero significato che voleva trasmettere.
Oggi giorno, tutti scrivono, pubblicano libri, tutti si improvvisano, poeti, scrittori, anche i più sfigati degli influenzer, che grazie ai LIKE degli altri esseri inutili che li seguono, creano e producono ricchezza. Si perché oggi è quello che conta. Non serve cosa scrivi o cosa vuoi trasmettere ma basta che vendi delle copie. Copie che non verranno mai lette, un po’ perché non tutti amiamo leggere ed un po’ perché dopo le prime due pagine capisci che non contengono alcun significato.
Quanti libri vengono acquistati solo per una foto in copertina o per il piacere di una dedica al momento della presentazione!
Se pensiamo, che all’epoca, gli antichi e veri testi che ancora oggi fanno parte dello studio della Lingua Italiana non potevano essere acquistati ma per comprenderli bisognava partecipare a seminari collettivi in Biblioteca dove era possibile ascoltare ed interpretare il Pensiero dell’Autore.
Dai racconti dei nostri Nonni veniamo informati del fatto che, ai loro tempi, non tutte le famiglie avevano le possibilità economiche per far studiare i propri figli ed il più delle volte, siccome i loro genitori erano tutto il giorno nei campi o in giro per boschi alla ricerca di provviste o legna per l’inverno, i giovani non avevano il tempo materiale per impiegarlo nello studio dato che dovevano adempiere ai compiti quotidiani, a loro assegnati per il mantenimento della casa, sistemazione e pulizia animali e tutto quello ad esso annesso.
Tra i tanti racconti di mio Nonno, ricordo quello in cui, ogni giorno, fin dall’Alba, con tempestività svolgeva tutti i compiti di sua competenza in modo da ritagliarsi qualche minuto prezioso per poter imparare a leggere ed a scrivere.
Sveglia presto, piccola colazione con un pezzo di pane duro bagnato nel latte e subito in stalla per la sistemazione e la mungitura delle Mucche. Stellina, Mina e Bianchina aspettavano ordinate e silenziose il piccolo Antonio che con andamento rapido ed altamente meticoloso non gli faceva mai mancare la giusta quantità di fieno giornaliero. Dopo averle salutate ad una ad una, premuroso gli disinfettava e lavava le Mammelle, già pronte per essere munte. Alcune ore d’ininterrotta mungitura, a volte senza alcuna sosta, per poter guadagnare singoli minuti da impiegare successivamente per ricopiare alcune piccole paroline sul quadernino che si era cucito usando alcuni fogli di recupero. A tal proposito, spesso Raccontava, tanto il dolore che sentiva alle mani, al termine della mungitura, riusciva a fatica a stringere il calamaio e dopo aver bagnato la punta nell’inchiostro le prime parole gli riuscivano con un senso a dir poco tremolante. Ma l’Enorme Volontà, la Grinta e la Gioia di vedere realizzate allo stesso modo quelle semplici paroline lo rendevano ancora più Motivato nel perfezionare sempre più la sua grafia. Una Sfida, una Forma di Orgoglio tale da non sentirsi inferiori a coloro che avevano le possibilità di frequentare la scuola, il tutto senza l’aiuto di alcun Insegnante molto costosi anche a quei tempi.
Il suo primo libro, mi diceva, da cui ricopiava le paroline, è stato, forse quello che ancora oggi l’Uomo definisce il più impegnativo in circolazione…… ” La SACRA BIBBIA”.
Ogni famiglia ai tempi ne possedeva una, anche se il più delle volte, nessuno sapeva come leggerla.
Solo sporadicamente, in quelle fredde sere d’inverno, dove tutti si raccolgono nei pressi del focolaio, si organizzavano piccoli momenti di lettura dove l’ospite un po’ più istruito cercava di darne un adeguata e facile interpretazione.
Attento e Desideroso di questo momento, il piccolo Antonio, Seguiva quelle letture e col dito segnava le parole che sotto voce lentamente ripeteva ma a volte qualche sillaba gli scappava detta a voce un po’ più alta ma immediato veniva invitato al silenzio.
Nessuno mai gli aveva imposto nulla, anzi, a quei tempi il più delle volte i genitori neanche volevano che un figlio studiasse…. TEMPO PERSO!…. dicevano….. PER IL LAVORO DEI CAMPI NON C’è BISOGNO DI SAPER LEGGERE! …. replicavano.
Ma la sua Mamma, l’unica cosa di cui si raccomandava sempre era di non rovinare il libro….TI RACCOMANDO, TIENILO LONTANO DAL CALAMAIO!…. gli diceva, situazione questa che Lo arricchiva di ulteriore senso di Responsabilità e Maturità.
Come Lui, mi sento di citare un altro Forte Esempio di Orgoglio, molto vicino a me, un Desideroso di Sapere, una Persona Precisa e molto Attenta ai dettagli, sempre pronto ad approfondire e documentarsi su ogni argomento a 360° :….. MIO PADRE.
È grazie ai Loro racconti, al mio trascorso con loro ed all’Esempio che mi hanno trasmesso negli anni, se oggi riesco a raccontare le Loro Gesta.
Il Periodo della Sua adolescenza è stato, di recente, raccontato e fedelmente riprodotto con una Fiction Televisiva che ha rispecchiato Integralmente e Minuziosamente il periodo del secondo dopo guerra.
Un Italia che cercava di rialzarsi dopo anni di forti Bombardamenti, intere Famiglie divise, alla ricerca di un po’ di fortuna in ogni parte del mondo, continui cambi di città per riuscire a guadagnare un onesto pezzo di Pane Quotidiano.
La Carestia del tempo e le Precarie Condizioni Economiche rendevano il Popolo ancor più Sensibile e Desideroso di Rinascere a Vita Nuova.
L’impegno nel lavoro degli Adulti e nello studio da parte dei Bambini era a dir poco Esemplare. Tutti desiderosi d’imparare, un mestiere, un nuova attività o le lezioni nel modo più rapido e proficuo possibile.
Nel caso di mio Padre ricordo, dai suoi racconti, l’attenzione che applicava nel ascoltare in classe ciò che il Maestro spiegava per poi continuare ed approfondire a casa le lezioni.
Da grande appassionato di Fumetti, con i pochi soldini che riusciva a racimolare, collezionava e leggeva anche più volte ogni singolo libretto per poi conservarlo gelosamente.
Purtroppo, le precarie condizioni economiche in cui le Famiglie vivevano non permetteva ai bambini del tempo di poter proseguire la scuola oltre la Terza Media, per essere da subito impegnati nei lavori più vari.
I più fortunati riuscivano ad imparare un mestiere ed a rimanere nel proprio paese, altri invece, grazie ad un parente o tramite la partecipazione a concorsi pubblici, erano costretti a trasferirsi in altre città d’Italia.
Per quanto riguarda Mio Padre dopo aver affiancato piccoli Maestri di Vita e risparmiato i primi soldini riuscì ad iscriversi ad un corso professionale, specializzandosi nel campo elettrotecnico. Ma in Lui restava comunque Forte il Desiderio e la Voglia di conseguire un Diploma di Scuola Media Superiore, anche se a quei tempi non fosse ancora richiesto un titolo di Studio simile.
La Sua Grande Motivazione e Determinazione lo portarono da subito a lavorare intensamente per poter riuscire a risparmiare dei soldi che un domani gli avessero permesso di coronare il proprio Sogno.
Passano anni prima che questo avvenga, ricordo ancora quando la sera, dopo un intera Giornata di Lavoro, prima di recarsi a Scuola mi rimboccava le coperte per poi uscire e raggiungere le Lezioni Serali.
Si perché nel suo caso, il Tanto Desiderato Diploma di Scuola Superiore è arrivato solo dopo il Matrimonio ed aver formato una Famiglia tutta Sua.
Ricordo ancora quel Mattino in cui appendemmo, in Camera da Pranzo, l’Attestato nella sua Cornice Marrone Bordata in Oro.
Un Giorno Memorabile, Tutti Fieri e Felici ma allo stesso tempo consapevoli che fosse stato il Nostro Esempio di Vita, arricchendo anche Noi Figli e Mia Mamma di Ulteriore Motivazione nell’essere sempre Desiderosi di Apprendere.
Nel tempo la Sua Cultura è stata soggetta a nuovi approfondimenti, grazie al Desiderio di non voler mai lasciare niente al caso e di essere costantemente preparato in tutti i campi che un Vero Capo Famiglia e Tenuto a seguire.
Mi rallegra sapere, che nei mesi in cui manco da casa, raccoglie e tiene da parte tutta una serie di notizie e ritagli di giornali di cui ha piacere che anche io ne possa prendere visione per poi condividerle insieme.
Una Vera Fonte di Sapere ed Esempio dove riesco sempre a trovare una risposta a qualunque Dubbio o se desidero approfondire ogni tipo argomento.

Dopo questa serie di Trascorsi, anche se questo argomento meriterebbe ancor più approfondimento data l’importanza attuale, voglio invitarVi alle seguenti riflessioni:
Com’è possibile che in tutti questi anni sia cambiato cosi radicalmente il Gusto del Sapere?
Dov’è finito l’ORGOGLIO Umano e tutto quel Desiderio di Conoscenza?
Siete cosi sicuri che siamo già arrivati ad un livello tale di preparazione che non sia più necessario sapere altro per evitare ulteriori Brutte Figure?
Ma soprattutto siete ancora convinti che i veri Colti del nostro tempo siano effettivamente ed adeguatamente Istruiti?
Quanti Esami vengono realmente superati per effettiva conoscenza della materia e non per raccomandazione?
Ma Poi, Vi siete mai chiesti, dove ci porterà questa superficialità che ormai impieghiamo in tutte le cose?

E…. Smettiamola di Ripetere sempre La solita Frase della “Fuga dei Cervelli all’Estero”!

Io, sono ULTRA convinto che ormai la percentuale di Espatrio è nettamente proporzionata tra chi possiede ancora un cervello e chi l’ha Fulminato negli anni o non l’ha MAI avuto!…. come dire…. un 50 & 50!….
Voi che Dite?

Buona Riflessione a Tutti!

Vi Prego non perdete il Gusto del Sapere!ultima modifica: 2019-09-10T09:49:05+02:00da dolce-remi1
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